L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento, anche quando la coscienza è sm
La Costituzione italiana con l’art. 33 (“L’arte e la scienza sono libere e libero ne l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti egli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali. E’ prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura università ed accademie hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.) si occupa dell’arte come attività libera dell’uomo trasmettendo valori formativi agli allievi.
L’affermazione che l’arte e la scienza sono libere significa, con riferimento alla cultura, che nel sistema costituzionale italiano non sono ammesse, e quindi non sarebbero con esso compatibili, una cultura ed un’arte di Stato o di regime, cioè una cultura ufficiale imposta autoritariamente nemmeno sotto forma di “ direttive” ed “orientamenti” culturali ed artistici.
Circa le scuole di danza private, spesso "l'arte è libera e libero è il suo insegnamento" non ha i colori accesi della libertà d'insegnare attraverso competenze, professionalità, esperienze acquisite per creare e formare in maniera adeguata i danzatori e trasmettere loro la giusta dottrina della danza. Spesso, questa libertà si colora di grigio, maturando l'idea che tutti possono insegnare anche senza alcuna esperienza e senza una giusta attitudine ed inclinazione all'insegnamento, per portare avanti un programma ben strutturato affinchè non sia dannoso sul corpo dell'allievo e non sia utopico dal punto di vista professionale.
Vediamo quindi scuole di danza nascere senza ragioni sociali ed artistiche conformi alla disciplina, non dotate di strutture idonee e con insegnanti senza una giusta esperienza in grado di prendersi cura di piccoli allievi coltivandone il talento. La scuola di danza improvvisata è sinonimo di un'anarchia che porta alla perdita del valore fondamentale di una scuola: formare senza creare danni.
Una buona scuola di danza è un'equilibrio tra la trasmissione della cultura e della tecnica della danza e la salvaguardia della salute fisica e psichica degli allievi.
Insomma, tutti sono liberi di studiare con chi vogliono, di coltivare discipline ed è reciprocamente libero l'insegnante che insegna qualsiasi forma di danza, dalla classica alla contemporanea.
L’essenziale è che sia tutelata la buona fede contro le speculazioni illecite e l’inganno sul valore legale degli studi compiuti privatamente.
In sintesi, ad un certo punto, sarà solo la coscienza a prevalere su qualsiasi norma.
Incrociamo dunque le dita nel trovare coscienze non ancora smarrite.