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Prima della danza viene la pazienza.


E’ un mondo che corre veloce, il nostro. Un tempo stretto in cui ci si muove per arrivare primi, un mondo in cui si vive pensando ai traguardi e non alle tappe, i cambiamenti repentini che hanno reso il tempo un foglio troppo corto per scriverci una storia lunga.

Come può una società – che si fonda su sughi pronti, ricette di torte veloci, cene surgelate, fotocamere istantanee, amori fugaci, professioni discutibili, diplomi e attestati ottenuti in due weekend – insegnare la pazienza ai suoi giovani?

Oggigiorno, insegnare danza (in particolar modo il metodo classico e la danza contemporanea) diventa sempre più difficile a causa dell’impazienza presente nei tratti caratteriali degli allievi.

Il concetto del “tutto e subito” va a scontrarsi con discipline che richiedono almeno dieci anni di studio per apprendere i concetti più significativi, discipline come la danza e lo studio di qualsiasi materia complessa, una sfida riservata a quei pochissimi allievi che investono il loro tempo senza ambire, in maniera precoce, a risultati poco conformi alla sostanza del loro impegno e del loro percorso.

Dunque, cosa dovrebbe fare un bravo insegnante di fronte all’impazienza che genera allievi poco propensi al percorso professionale di danzatore?

Oltre alla tecnica della danza, dovrebbe insegnare la pazienza, o meglio, il concetto di Tempo. Proporsi come modello , perché danzare è prima di tutto conoscenza che facilità la pratica, e le pratiche s’imparano stando a guardare, a osservare, a rubare con gli occhi l’insegnamento, ad ascoltare anche i silenzi.

Insegnare –lentamente- per conoscere prima il concetto ed eseguire solo dopo la pratica sviluppa di conseguenza la pazienza nell’allievo. Una didattica fondata sul “come” e non sul “quanto”, una lezione in cui si apprende il concetto tecnico e non il veloce aspetto coreografico scandisce il tempo dell’apprendimento senza strafare e rischiare di formare allievi che fanno tanto ma sanno poco. Soltanto con la pazienza si arriva a sviluppare la pratica data dalla conoscenza, e soltanto con la pazienza si ottengono risultati concreti e professionali.

Durante i miei anni di didattica della danza, ho incontrato ed incontro numerosi talenti che purtroppo non arrivano ai risultati sperati e numerosi allievi meno talentuosi che superano qualsiasi aspettativa. Perché? L’allievo talentuoso ma impaziente non otterrà i risultati sperati e magari conformi al suo talento perché tale dote si disperde davanti ad un carattere privo di disciplina; l’allievo meno talentuoso ma con un carattere incline all’ambizione e al sacrificio ottiene risultati superiori perché più costante nello studio.

La pazienza è una risorsa importante per chi intraprende lo studio della danza classica e contemporanea, coloro che non sviluppano questa dote abbandoneranno il percorso al primo ostacolo. La pazienza è una dote che si conquista col tempo, come la vera danza.

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